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Shining: dalla carta alla pellicola

Nato dalla mano del Re del Brivido e portato sullo schermo dal Re della pellicola, Shining è entrato nella storia del cinema squarciando il velo della convenzionalità e portando il cinema horror su un altro livello: la sottile zona d'ombra tra paura e follia, maniacalità e istinto, sogno e realtà.

Ma il film è davvero il figlio naturale del libro che gli ha dato la vita?


Shining narra l'incubo della famiglia Torrance composta da Jack, Wendy e il piccolo Danny, i quali devono affrontare un lunghissimo inverno nell'isolamento più totale nell'Overlook Hotel in seguito di un'offerta di lavoro del padre che ne sarà il guardiano per la stagione di chiusura.

L'Overlook Hotel non è una semplice struttura alberghiera, è una vera e propria creatura che inghiotte i protagonisti e li risputa ricoperti dalle loro stesse paure, è un labirinto di follia e dolore, la personificazione delle sofferenze umane in veste di hotel dal giardino curato e dalle camere sempre impeccabili.


Ma quali sono le differenze tra il film e il romanzo?


The Shining (1977) segna un importante spartiacque per la carriera di King, è infatti il primo romanzo dell'autore che lo consacra come Re dell'horror. Poco dopo, nel 1980, esce il film diretto da Stanley Kubrick (e con protagonista un indimenticabile Jack Nicholson!).

Con l'uscita del film iniziano però i lunghi e controversi dissapori tra i due artisti.


In breve, King sosteneva che Kubrick si fosse preso troppe libertà artistiche e non avesse rispettato il romanzo come dovuto, difatti sono molte le differenze tra romanzo e film e ancora oggi la pellicola racchiude molti misteri che non hanno ancora trovato risposta.


La prima grande differenza (SPOILER!) è il finale: la morte di Jack seguito all'esplosione della caldaia nel romanzo dove il fuoco avvolge ogni cosa e la morte per assideramento nel film, quando Jack, nel tentativo di rincorrere Danny per ucciderlo, rimane bloccato nel labirinto di siepi (che nel romanzo non esiste!) e muore ricoperto di ghiaccio e neve.


Inoltre, nel romanzo i protagonisti Jack e Wendy sono una giovane coppia che viene trascinata in una spirale di follia quasi come se i due personaggi fossero delle creature inermi, da sacrificare, vittime delle loro stesse paure (King proietta su Jack la sua dipendenza dall'alcol).

Wendy è rappresentata come una creatura diafana, molto dolce e materna, una donna che, al di là di ogni aspettativa, è molto determinata e lucida e riesce a portare in salvo quel che resta della sua famiglia.


E nel film? Troviamo un personaggio a tratti insignificante, di poco tono, inerme nei confronti del marito e delle scelte famigliari. Kubrick decise volontariamente di modificare il personaggio rendendolo docile proprio perché diversamente"nessuna donna sarebbe rimasta tanto a lungo con un uomo come Jack".


Nel romanzo Jack mostra la sua follia in estremo ritardo rispetto al film e si riesce a percepire in lui l'umanità che cerca di restare in vita. Il Jack di King è un giovane uomo alle prese con una crisi esistenziale che lo sta lentamente soffocando. Incapace di portare a termine la sua commedia teatrale e assuefatto dall'alcol, è spesso in preda alla collera, ma riconosce il suo problema e ne ha paura: sa che in lui esiste una parte oscura che deve essere domata.


Nel film invece Jack sembra già in preda follia e totalmente alienato rispetto ai suoi doveri famigliari: è già la personificazione stessa della pazzia che lo divora.


Altre differenze che hanno causato non pochi scontri tra i due artisti sono la modifica del numero della REDRUM da 217 nel romanzo a 237 nel film, Jack che usa una mazza nel romanzo e non un'ascia per scagliarsi contro la sua famiglia, Halloran (l'head-chef dell'hotel) nel romanzo non muore. E ahimè... Le famosissime gemelle nel romanzo non sono gemelle e non si muovono nei corridoi dell'hotel, di loro si conosce solo la storia!


La più grande critica di King nei confronti di Kubrick è quella di non aver capito e rappresentato veramente i suoi personaggi e di averne azzerato completamente lo sviluppo: Jack è folle, resta folle e non si redime, in lui non c'è nulla che possa far pensare a un passato o a un futuro. Jack resta Jack.


Quindi, arriviamo alla fatidica domanda: lo leggo o lo vedo?


Lo leggo se voglio entrare nel mondo di King (e ne vale sempre la pena, fidatevi!) e scoprire che il male è qualcosa da cui molto spesso non possiamo sfuggire perché esiste dentro di noi e germoglia come un seme, ma in fondo una piccola speranza la possiamo sempre intravedere (ve lo ricordate IT?).


Lo vedo per entrare in un labirinto di follia e depravazione che non avrà redenzione, ma che deve essere vissuta esattamente come una condizione umana fino all'ultimo secondo di pellicola.


***


E voi l'avete visto o letto? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti!


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